“L’arte è per tutti”: così esordiva Keith Haring, giovane artista tra i più talentuosi dell’arte di strada newyorkese degli anni ’80. L’arte non è solo quella relegata nei musei, nelle gallerie, nei ricchi salotti. Quando invade lo spazio urbano è lo specchio dei bisogni, del potere, dei disagi, della gioia e delle paure del mondo: scardina le consuetudini e ci avvisa di insospettabili cambiamenti. L’arte di Keith Haring non teme contaminazioni perché nasce dall’esigenza primordiale di esprimersi e di essere parte del quotidiano: la stessa da cui hanno origine le pitture aborigene, africane e le incisioni rupestri di 40.000 anni fa… e forse anche la stessa che spinge i bambini a dipingere i muri di casa.